Fedele Boffoli e Paride A. Cabas

Barcolandia


Testo di F. Boffoli - Disegni di P. A. Cabas
2004

Tra le tante cose che ci vengono dette
a volte; ci sono delle verità profetiche
che siamo in grado di riconoscere solo
se rischiarati dal prezioso dono dell'intuizione.

C'era una volta una vela

che non aveva mai conosciuto la libertà.
Erano anni che giaceva imprigionata in una bottiglia.
Per intenderci uno di quei tanti inutili soprammobili da salotto.

Ogni tanto
qualche ospite della casa si fermava per rivolgerle pochi complimenti.
La sua non era una vita molto allegra.
Pensava spesso agli sconfinati oceani, al sole, alla luna, al vento, al cielo stellato.
Tutte cose di cui aveva sentito soltanto parlare.

Finchè un giorno

il vecchio ragno che passava di lì le disse:
"lo sai cara che la malinconia è il lievito dell'anima e l'immaginazione è il pane della vita?
Abbi fiducia e vedrai!". L'amica vela non capì il senso ermetico di quelle parole
ma da quel momento cominciò a sospettare che qualcosa di nuovo potesse accaderle.

Si accorse con l'incedere del tempo,
di aver insolitamente acquistato nuova fiducia nella vita.

Fino a quando un bel giorno, durante un temporale d'estate, un tuono scoppiò tanto forte
da farle perdere conoscenza. La vela cadde improvvisamente in uno stato di profonda confusione.
Le sembrava prima di girare vorticosamente per aria e dopo di accusare un'immane pesantezza
che la sprofondava, ancorandola al suolo.

D'un tratto poi

un altro magico colpo e la nostra amica si ritrovò su un'onda di mare blu,

con le vele gonfie e belle

e un incanto di cielo azzurro. Si toccò da poppa a prua compresi alberi e deriva.

Era viva e libera

e mentre spariva all'orizzonte, alla volta della mitica Barcolandia,
le risuonavano ancora nella testa le parole del ragno:
"Lo sai cara che la malinconia è il lievito dell'anima
e l'immaginazione è il pane della vita? Abbi fiducia e vedrai!".

Postfazione

"C'era una volta una vela..."
Inizia, non a caso, come una fiaba, "BARCOLANDIA", la tenera storia con il testo di Fedele Boffoli e le illustrazioni di Paride Alessandro Cabas.

Protagonista una piccola vela, simbolo di libertà, nata per l'avventura, l'esplorazione, lo spazio aperto e infinito. Ma la nostra vela è prigioniera in una bottiglia, inutile e sola.
L'infinito esiste per lei solo nella eco di qualche parola rimbalzata dal vetro, così la malinconia riempie la bottiglia.

"Finchè un giorno..."
un antico messaggero in poche sagge parole le lascia il più prezioso dei doni: la speranza.

Non subito tutto può essere compreso e risolto ma inizia il tempo della trasformazione e dell'attesa, l'apertura a una nuova possibilità.

"La malinconia è il lievito dell'anima e l'immaginazione il pane della vita."
Dalla riflessione su questo assunto e soprattutto dalla presa di coscienza del suo profondo significato nascerà la nuova consapevolezza e poi la nuova vita.

Malinconia, anticamente uno dei quattro umori generati dall'organismo umano, dal greco melankholia, melanconia nella accezione psicoanalitica, in questo contesto ci ricorda l'Autore uno stato d'animo che va ben oltre ciò che comunemente viene associato alla tristezza, alla perdita di senso o alla depressione ma inteso come momento interiore, pur doloroso, ma fertile nel quale ognuno riflette il sè profondo con ogni sua ombra e mistero.

Solo dal coraggio di una matura conoscenza interiore e dalla accettazione della nostra parte spirituale trarremo "il lievito" che consentirà alchemicamente unito "all'immaginazione" di rendere il pane della vita tale.

"D'un tratto poi... " il sogno potrà essere la più magica e viva realtà.

Dentro alla bottiglia F. Boffoli e P. A. Cabas hanno racchiuso più mondi: l'embrione della vita che si interroga e soffre la sua crescita che sopporta l'attesa e coraggiosamente affronta il nuovo; la natura con le sue meraviglie: il sole, il cielo stellato e altro grande protagonista il mare. In uno dei disegni si insinua dapprima dolcemente come la memoria di una storia narrata nel collo aperto del vetro fino a diventare il tutto, come ben sanno gli uomini (oppure lupi di mare) che lo percorrono e lo amano.

Nella grafica precisa di P. A. Cabas c'è questa conoscenza; ogni particolare e movimento sono frutto di autentica esperienza "marinara" selezionata fino all'essenzialità.
Così alla fine abbiamo la sensazione quasi fisica di un varo... la vela può andare libera nel suo immenso e magico elemento. E noi con lei.

MARIAGRAZIA STEPAN