ANFORAH 
Rassegna di poesia, pittura,
letteratura e altro 
"L'immagine della poesia è la poesia dell'immagine"
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L'Ombra

Poesie di W. Curini e disegni di G. Comelli

Giuliano Comelli
Walter Curini, nato a Teramo 52 anni fa, ha compiuto gli studi a Roma e attualmente insegna filosofia nelle scuole superiori di Trieste. Da alcuni anni frequenta poeti e collabora con noti circoli culturali cittadini.
Nelle poesie dell'autore si concentrano le tracce di un'esistenza colta nella sua transitorietà e fragilità. È possibile scorgerle nei "ruvidi lapilli" che il maglio scaglia nell'aria dove "spirano un grido / poi s'arrendono / al tempo sovrano" (L'eco), nelle "misteriose tracce" lasciate dall'ombra nei "getti di luce / corretti dal vento" (La strada) e in molti altri squarci visivi del solitario viaggio d'inverno del poeta.
Le immagini costruiscono paesaggi (o piuttosto schegge di paesaggi) solitamente privi della presenza umana; ma è all'esistenza umana che invariabilmente tali immagini riconducono, come un'ombra che accompagna costante il cammino dell'uomo (La strada, L'ombra, L'eco), secondo una personale rielaborazione di un tema che Saba ha trattato nella lirica L'uomo, l'eco, l'ombra.
Attorno a queste schegge si addensano i ricordi, anch'essi "ridotti in frammento", strappati al tempo che cancella.
Viene in mente la foscoliana opposizione di ricordo ed oblio. Ed in effetti il viandante cieco che si affanna "tra le rovine della memoria / alla ricerca del suo passato" (Tramonto moderno) fa pensare all'Omero foscoliano, cui però manca la fiducia nell'interezza del ricordo ("tutta narrerà la tomba / Ilio" [Sepolcri, 284-285]). Qui, al contrario, "del ricordo ridotto in frammenti / pochi segni restano visibili / sul largo piano di pietra" (Tramonto moderno); espressione quest'ultima che da un lato riporta alle immagini del paesaggio carsico tipiche della poetica di Michelstaedter e Kosovel e dall'altro al luogo in cui l'autore torna alla ricerca di una parte delle sue radici. E' da questi segni ci si accorge che "ci sono nel passato / cose che non passano" (Ustioni), come ferite ancora aperte ed è grazie ad essi che si fa evidente il senso contraddittorio e lacerante dell'esistenza, reso nella lirica mediante i frequenti ossimori: gli "arbusti secchi / del giardino fiorito", la "terra bruciata / dai raggi del sole", il "bimbo / già grande ad aprile".
Spesso le immagini suggeriscono l'assenza di qualcosa di vitale (per esempio lo "strappo" lasciato dal sole caduto in Tramonto moderno), presente anche nel leopardiano dialogo con la luna, in cui si avverte che il dolore è il prezzo necessario che occorre pagare per fare i conti con il proprio passato.
La minaccia non sta dunque nella sofferenza, ma nel rimanere "sordo alla vita", processo esistenziale che il poeta vive "negandosi sempre / un porto di pace" (La strada). Una sordità che l'autore avverte quando è testimone dell'incomunicabilità umana (Ridi), con tormento e rimpianto quando l'avverte in sé (La strada). Il sentimento di questa sofferenza fatta di memoria è ciò che lega il poeta alla terra. Per questo il suo sguardo, come quello di Platone ne L'aerostato, cerca "in basso la nuda / e piccola terra / appesa al vuoto" che resuscita "forte nell'animo / un'emozione / di sogni lontani".

Luigi Cataldi

Le opere

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Ustioni

Ridi

Alla luna

Tramonto moderno

L'ombra

L'eco

La strada

Compagni d'inverno

Le statue di pietra

L'aerostato

Giuliano Comelli

Giuliano Comelli
Pittore, grafico, illustratore, Giuliano Comelli (1951) sa benissimo (insegna materie artistiche) che lo svolgimento tecnico e fantastico di un'opera d'arte inizia sempre dal disegno, che è la matrice preziosa della ricerca creativa e la premessa di una realtà, che da essa si srotola per incidere nella vitalità dell'immagine e del conclusivo significato dell'espressione.
I disegni in china di Giuliano Comelli, che accompagnano le poesie di Walter Curini, iniziano studiando il contenuto della poesia ed esaminando lo spazio a sua disposizione; egli sa trovare immediatamente i contenuti di entrambi, le entità e le misure poetiche, ambienta i propri termini di artisticità e di relazione col deserto del bianco.
Il tema, infine, svolge l'itinerario che l'artista si è mentalmente prefisso e la lettura (poesia-disegno) diventa semplice nella sua complessità, condotta con movimenti di linee e di sviluppo, che richiamano ad una storia psicologica del poeta e del disegnatore, a un interiore fantasticare, alla tecnica di profili e di espressioni, mai gestualizzate dalla violenza effusiva (spesso volgare) dei colori.
Con pochi tratti, Giuliano Comelli sa cogliere il contenuto anche psicologico della poesia, vedi "Alla luna" (ascolta o luna la voce d'un uomo che a te si alza come uno stelo di un tremulo fiore), dove il fiore stesso, in bianco e nero, assume la brillantezza di un arcobaleno, oppure "La strada" (del passo umano l'ombra segue l'orma su lucide strade mantate di nebbia), un disegno che farebbe invidia al futurista Gerardo Dottori, come a Feininger piacerebbe aver disegnato "Ridi".
Nell'illustrazione a "Compagni d'Inverno" Comelli raggiunge il suo più alto grado di lirismo grafico con quelle ciminiere fumanti in alto e il fiore in basso, come a voler rappresentare in un segno il grande contrasto tra il male e il bene.
Il disegno stilizzato di Giuliano Comelli è un esempio di "grafica psicologica" e di simbologia creativa.

Eraldo Di Vita

E-mail: info@fedeleboffoli.it